Un quotidiano iracheno riflette sulle responsabilità delle società islamiche nel rafforzamento degli estremismi, le dichiarazioni dello sheykh di al-Azhar suscitano reazioni contrastanti
Al-Madâ, quotidiano
iracheno di politica, Questo è il nostro terrorismo, noi ne siamo responsabili!, di ‘Adnân Husayn
Lezione in una scuola coranica |
“Non possiamo sottrarci alla
nostra responsabilità di fronte al terrorismo, a nulla ci servirà cercare delle
scuse. Dobbiamo innanzitutto riconoscere la nostra responsabilità e domandare
perdono a noi stessi e agli altri per poi correggere la nostra condotta. Non è
possibile correggere la nostra condotta senza ripensare completamente e
modificare radicalmente i nostri programmi d’insegnamento dalla scuola
elementare all'università. Non ci sarà alcun perdono se non rivediamo il modo
in cui la religione è presentata nei programmi d’insegnamento nelle università,
nelle moschee e nelle husseiniyya [luoghi di culto usati per le cerimonie sciite, ndr],
sui canali televisivi e alle stazioni radio. La religione come viene presentata
non è una religione di tolleranza, pace, armonia, accordo e reciproca
compassione. La religione come viene presentata nei nostri programmi, nelle
nostre università, nelle nostre moschee e nelle nostre husseiniyya, alla radio
e alla televisione, è una religione barbara che esorta al decapitare, spargere
sangue, rubare, usurpare, schiavizzare e violentare. L'altra religione, che
alcuni di noi dicono essere la vera religione, non è presente nelle nostre
vite. Nella migliore delle ipotesi, la sua voce è tanto fievole da non essere
udita da nessuno, soprattutto dalla nuova generazione, esclusa ed emarginata,
la cui umanità è compromessa dalla povertà, dalla privazione, dall’assoggettamento,
dall’insegnamento e dalle fatwa deliranti”.
Al-Akhbâr, quotidiano
libanese, Lo Shaykh di al-Azhar attacca ancora gli sciiti…e i cristiani?!,
di Mustafa Shihata
Moschea al-Azhar, Cairo |
“Sembrerebbe che lo shaykh di
al-Azhar Ahmad al-Tayyib sia indeciso tra uno Stato che auspica il rinnovamento
del discorso religioso e un’istituzione salafita che fa l’esatto opposto, visto
che gli shaykh e i professori della sua università attaccano tutto ciò
che diverge dalla loro dottrina. [..]Quest’ambivalenza è emersa durante la
conferenza dal titolo ‘Uno sguardo sull’invito a rinnovare il discorso
religioso e smantellare l’ideologia estremista’, che si è tenuta nella città di
Luxor, a sud del Cairo, nei giorni scorsi. […].Nel discorso di apertura
al-Tayyib ha detto che i musulmani, ‘ispirandosi al nobile Corano, hanno
prodotto una grande civiltà di cui hanno beneficiato i popoli orientali e
occidentali, a differenza della civiltà occidentale, che è stata colta dalla
fragilità e dalle divisioni quando nel Medio Evo ha issato la bandiera della
religione, mentre quando si è ribellata alla religione e le ha voltato le
spalle si è sviluppata ed è fiorita.’ […] Ha inoltre aggiunto che ‘è storicamente
dimostrato che i musulmani hanno prodotto delle eresie (ibda‘û) quando
hanno voltato le spalle al Corano e alla Sunna, e il loro regresso è imputabile
all’allontanamento dalle fonti di forza, insite nella religione islamica”.
Al-Masrî al-Yaum,
quotidiano egiziano liberale, Lo shaykh di al-Azhar: inviare le delegazioni nel mondo per far conoscere il vero Islam, di Redazione
Ahmad al-Tayyib, shaykh di al-Azhar |
Lo Shaykh di al-Azhar Ahmad
Al-Tayyib ha dichiarato che invierà “alcune delegazioni di al-Azhar nel mondo
per insegnare il vero Islam e neutralizzare il pensiero deviante […]”. Ha
inoltre aggiunto che “il terrorismo è una malattia del pensiero e dello
spirito, costantemente alla ricerca di giustificazioni nei passaggi oscuri dei
testi religiosi. Ha specificato inoltre che le cause del terrorismo non sono
imputabili esclusivamente alla deviazione nelle religioni. Spesso infatti il
terrorismo esce dal mantello delle dottrine sociali, economiche e perfino
politiche. Sono migliaia se non addirittura milioni le vittime dei conflitti e
delle guerre fra quelle dottrine e filosofie materialiste, che nulla hanno a
che vedere con la religione”.
Al-Hayât, quotidiano
panarabo con sede a Londra, Reazioni arabe al terrorismo, di Muhammad
Haddad
Sala da spettacolo Bataclan, Parigi |
“C'è qualcosa di innaturale nel
rapporto che alcuni arabi hanno con il terrorismo e nelle loro reazioni agli
attacchi terroristici. Non intendo qui le posizioni ufficiali e quelle dei
giornali noti, ma le posizioni spontanee espresse sui social network, che sono
anche le posizioni più credibili ed esprimono l’opinione delle società. […] I
cittadini francesi che sono stati uccisi o feriti il 13 novembre avevano forse
qualche responsabile in ciò che sta accadendo in Siria o avevano forse qualche
rapporto con Bashar al-Assad o con Isis? L’esercito francese è lì per sostenere
una delle due parti che stanno uccidendo il popolo siriano oppure è lì per
cercare di scongiurare il peggio? […] Se l’Occidente non interviene è accusato
di essere insensibile alla tragedia dei popoli arabi, e se interviene si dice
che il terrorismo è la giusta pena per l’intromissione da parte occidentale
nelle questioni arabe. Non siamo forse noi arabi a non sapere che cosa
vogliamo?”
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