giovedì 5 maggio 2016

Egitto: i giornalisti criticano il regime sulla libertà di stampa

[Voci dal mondo arabo]

La crisi tra il governo egiziano e il sindacato dei giornalisti sui principali quotidiani arabi

Assemblea generale dei giornalisti egiziani assediata dalle forze di sicurezza
Al-Jazeera, quotidiano qatarino, 4 maggio 2016

Oggi il sindacato dei giornalisti ha indetto inaspettatamente un’assemblea generale per discutere delle pratiche messe in atto dal ministero dell’Interno contro i giornalisti e dei ripetuti assedi alla sede del sindacato. Le forze di sicurezza egiziane hanno inasprito l’assedio alla sede del sindacato dei giornalisti e da domenica sera hanno bloccato tutte le strade limitrofe.
I giornalisti egiziani hanno raggiunto la sede del loro sindacato nel centro del Cairo per prendere parte all’assemblea generale nel bel mezzo di un assedio che non ha precedenti. Alcune fonti hanno riportato ad al-Jazeera che la sicurezza egiziana esorta i sostenitori del regime a recarsi alla sede del sindacato dei giornalisti per manifestare contro questi ultimi e ostacolare l’assemblea.
Alcuni membri del sindacato dei giornalisti propongono all’assemblea generale di adottare una risoluzione che vieti a tutti i giornali cartacei di pubblicare finché il ministro degli Interni, il Gen. Magdi Abdel al-Ghaffar, non si dimetta, mentre altri chiedono che si stipuli un accordo per vietare la diffusione di notizie e comunicati del ministero sui giornali.

Il discorso ufficiale

Il ministero dell’Interno ha affermato in un comunicato di aver arrestato i due giornalisti all’interno dell’edificio del sindacato secondo la decisione della procura con due capi d’accusa – incitamento a manifestare e diffusione di maldicenze, ma ha negato di aver assediato l’edificio o essere ricorso alla forza.
Entrambi i giornalisti sono stati portati davanti al pubblico ministero che ha disposto quindici giorni di detenzione in attesa di ulteriori indagini, e ha individuato una serie di capi d’accusa che vanno dal sabotaggio della Costituzione e delle leggi, al danneggiamento dell’unità nazionale e della pace sociale, alla diffusione di notizie false nel tentativo di turbare l’opinione pubblica.
Da ieri il sindacato dei giornalisti in Egitto ha intensificato le sue azioni di protesta esponendo a mezz’asta la sua bandiera e issando delle bandiere nere in segno di protesta contro l’arresto dei suoi due membri. […]

Libertà di stampa
Al-Mada, quotidiano di politica iracheno, 26 aprile 2016



L’inquisizione dei giornalisti egiziani
Al-Quds al-‘Arabi, quotidiano panarabo, 4 maggio 2016

Le autorità egiziane sono come colui che si spara alla gamba e colpisce direttamente il tallone del piede, ovvero i giornalisti e i loro sindacati, che si schierarono per la maggior parte a favore del Presidente al-Sisi quando il Presidente eletto Muhammad Morsi fu destituito. In settantacinque anni dalla nascita del sindacato dei giornalisti egiziani nessun governante egiziano aveva mai osato attaccarne la sede, né Nasser, né Sadat, né Mubarak e neppure Morsi. Con ciascuno di loro si verificarono delle crisi, grandi o piccole, ma fino ad oggi non si era mai arrivati a rompere del tutto i ponti che ora invece sono stati rotti senza esitazioni, nonostante i giornalisti siano stati nel loro insieme l’avanguardia dei sostenitori e i portabandiera del governante. Essi non solo erano la linea di difesa avanzata, ma anche la rampa di lancio dei missili contro chi si proclamava in un modo o nell’altro, contro il governante. […]

Dov’è “l’informazione della vergogna”?
Al-Masry al-Yawm, quotidiano egiziano, 5 maggio 2016

Ti sorprendi quando ti raccontano dell’informazione della vergogna e dalla mattina alla sera diffamano i giornalisti accusandoli di incitare le persone e aizzare l’opinione pubblica contro lo Stato e il Presidente, senza neppure domandarsi in che cosa consista esattamente questa “informazione vergognosa” – se assumiamo la validità di questa espressione in un Paese che desidera essere normale (non diciamo democratico o avanzato) e che perciò non può vivere senza informazione libera, un minimo di libertà e un lavoro retribuito.
La vera domanda è in che cosa consista questa informazione vergognosa di cui alcuni hanno parlato quotidianamente, dimenticando o facendo finta di dimenticare che quell’informazione è figlia legittima del sistema di governo attuale che essi sostengono e difendono contro l’“informazione della vergogna” in una scissione che appare scioccante.
La verità è che il loro problema con questo tipo di informazione, se assumiamo la loro buona fede, è un problema di consapevolezza e ignoranza in un Paese colpito dalla crisi economica, con un sistema d’istruzione in rovina, in cui l’indottrinamento e il lavaggio del cervello è capace di formare tra molte persone “una non coscienza”, rendendole incapaci di pensare.
Dov’è allora l’informazione della vergogna? Essa è opera di quei giornalisti che sostengono qualsiasi sistema politico, sono immuni da qualsiasi provvedimento giudiziario e viaggiano con il Presidente ovunque egli vada, e dei giornalisti autorizzati a condurre programmi in cui vengono commessi ripetutamente dei veri e propri crimini senza che vi sia alcun controllo. Essi spiano i telefoni degli ospiti, umiliano il grande popolo siriano nonostante la loro catastrofe per poter dire “viva l’Egitto”, esattamente come i loro “complici” della stessa scuola umiliano i nostri fratelli magrebini. […]