lunedì 19 ottobre 2015

Al-Qaida contro lo Stato Islamico

Il 23 gennaio 2014 il leader di al-Qaida, Ayman al-Zawâhirî, si proclamava innocente ed estraneo ai crimini commessi dal Califfo e scomunicava lo Stato Islamico. Quello che segue è il testo integrale della dichiarazione.


Sia lode a Dio, e la preghiera e la pace siano sull’inviato di Dio, sulla sua famiglia, sui suoi compagni e sui suoi seguaci.

In primo luogo, al-Qaida dichiara di non aver alcun legame con l’organizzazione dello Stato Islamico in Iraq e in Siria, di non essere stata messa al corrente della sua formazione, di non essere stata consultata e di non compiacersene affatto. Anzi, essa le ha ordinato di fermarsi, perciò lo Stato Islamico non è un ramo di al-Qaida, tra le due organizzazioni non vi è alcun legame e al-Qaida non è responsabile della sua condotta.
È la direzione generale dell’organizzazione che riconosce e rende note le proprie diramazioni, assicurando l’amicizia, l’amore e il sostegno a ogni combattente, e il senso di fratellanza tra musulmani e mujahidin.

In secondo luogo, al-Qaida desidera ribadire alcune nozioni importanti dell’azione jihadista.

1. Sono importanti la consultazione (shûrâ) e il lavoro di squadra. Le decisioni si assumono dopo che i combattenti si sono consultati e la loro leadership le ha convalidate.

2. I problemi che si generano tra i mujahidin vanno risolti internamente, mai dandone comunicazione esterna.

3. Noi desideriamo essere parte della umma, non vogliamo violarne i diritti, non vogliamo dominarla, né privarla del diritto di scegliere chi la deve governare tra coloro che soddisfano le condizioni previste dalla sharî‘a. Noi non ci affrettiamo a proclamare emirati e stati senza prima aver consultato gli ‘ulamâ dei mujahidin, la direzione, e i combattenti e i musulmani tutti. Ma una volta proclamati, li imponiamo a tutti e consideriamo fuori chi vi si oppone.

4. Noi desideriamo unire la umma sulle questioni principali. Questo è il metodo promosso da shaykh Usama bin Laden, Dio abbia misericordia di lui, attraverso la predicazione e l’azione jihadista, fino a quando Dio lo prese a se come martire.
Perciò l’organizzazione ha pubblicato il documento dal titolo “La vittoria dell’Islam”, in cui conferma questo metodo e illustra le questioni sulle quali occorre unire la umma.

5. Desiderando purificare l’azione jihadista dalle irregolarità e dai comportamenti dannosi, l’organizzazione [al-Qaida] ha pubblicato un documento dal titolo “Indicazioni generali per l’azione jihadista”.

6. Occorre astenersi da qualsiasi comportamento che generi ingiustizia verso un mujahid, un musulmano o un non-musulmano.

Noi proclamiamo la nostra innocenza rispetto alla sedizione (fitna) che si sta diffondendo nel Levante tra le fazioni dei mujahidin, e al sangue illecito che è stato versato da una parte e dall’altra. Noi esortiamo tutti i mujahidin ad avere timore di Dio, a prendere coscienza della grande responsabilità che incombe su di loro, e dell’enorme catastrofe che si è abbattuta sul Jihad nel Levante e sul futuro della umma musulmana.
Noi invitiamo chi ha ragione, fede e desiderio di unirsi al jihad, ad adoperarsi per fermare la sedizione mettendo immediatamente fine alla guerra, e poi a risolvere i conflitti rivolgendosi alle autorità giudiziarie.

In terzo luogo, noi confermiamo che la porta della consultazione tra noi e loro è sempre aperta, e che il musulmano combattente, per quanto grandi siano gli errori che ha commesso, ha il diritto alla fratellanza, alla vittoria, all’amicizia e al rispetto. Noi non dichiariamo innocenti le nostre anime. «Non dichiaro innocente la mia anima – l’anima spinge al male – a meno che il mio Signore abbia misericordia, il mio Signore è indulgente e pieno di compassione» (12,53); «…io voglio rendervi migliori per quanto posso. Però il mio successo spetta soltanto a Dio, in Lui ho confidato, a Lui mi rivolgo pentito» (11,88).

Sia lodato Dio, Signore dei mondi, e la Sua preghiera sia su Muhammad, sulla sua famiglia e sui suoi compagni.

Nessun commento:

Posta un commento